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I Picai e la dolcezza del ricordo sono il segreto del Capitel, il Recioto di Gambellara Docg

Settembre è  il mese della vendemmia: giorni in cui ogni gesto va a ritmo della natura, giorni in cui il profumo del mosto fa tornare tutti bambini.

Questo mese porta con sé  un momento speciale, che ci fa battere il cuore:

arriva quando il cielo è di un azzurro terso e l’uva Garganega  è del colore dell’oro.

Ecco allora che camminiamo tra i filari del vigneto, e con occhi attenti cerchiamo i grappoli migliori, quelli spargoli e più dorati.

Sono loro i protagonisti di questa storia.

Una storia antica, rimasta segreta tra le colline di Montebello e Gambellara. E’ la storia del “picaio”, letteralmente appiccato. E’ l’intreccio dei grappoli, una tecnica di appassimento della Garganega tramandata di generazione in generazione.

Un grappolo, un giro di spago, un altro grappolo e di nuovo un giro di spago… e così via, fino alla chiusura del picaio, che poi viene appeso nel nostro fruttaio.

Un rituale affascinante e ipnotico. Mani esperte tagliano, cuciono e danno forma ad ogni singolo intreccio. Una gestualità che ci è stata insegnata dalle nostre nonne, perché questo era un compito femminile. Serve delicatezza e tatto per conservare integro ogni chicco d’uva.

Soltanto così l’appassimento potrà perpetuarsi nei successivi sei mesi.

Nessuna macchina, nessuna ventola: solo la forza di un ricordo, che nelle annate migliori si concretizza nel  “Capitel”,il nostro Recioto di Gambellara Classico Docg.

“Bagliori ambra si fondono su una veste oro antico. Ventaglio olfattivo giocato sulle finezze, con profumi di albicocca disidratata e note iodate a dominare, a tratti quasi salmastre. Morbidezza glicerica al palato, ma ben equilibrato da generosa nota fresco-sapida che regala grande piacevolezza di beva. Ricordi di agrume candito e macchia mediterranea sfilano sui titoli di coda. Barrique per un anno.”

Da Vinetia – Guida ai Vini del Veneto dell’Associazione Italiana Sommelier.



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